LA CROCE RITROVATA
LA LEGGENDA
LA CROCE RITROVATA
Secondo la leggenda, il rinvenimento della Croce è assolutamente casuale.
Avvenne che una mucca pascolante in un fascio di terra di “Chiudia” era solita inginocchiarsi, ogni giorno, sempre nello stesso punto. Alcuni pastori, incuriositi da tale insolito comportamento dell’animale, scavarono per diversi metri, rinvenendo una Croce che si dice risalga, addirittura, all’era Paleocristiana.
Proprio in quell’appezzamento di terreno edificarono dapprima una sorta di montagnola sulla quale si ergeva la reliquia (considerata una delle più antiche testimonianze della presenza dei cristiani nelle terre sicane), successivamente una chiesetta, chiamata Eremo di Santa Croce, dove tutt’ora è custodito gelosamente il simbolo della crocifissione di Gesù.
Da allora, la Croce venne onorata, pregata e festeggiata il 3 maggio di ogni anno, con una lunga processione a cavallo e una danza armata chiamata “Tataratà” (ad evocare il ritmo dei tamburi che scandisce il tempo di questa lotta armata), prima di divenire ufficialmente la Sagra del Tataratà o, meglio ancora, Festa della Santa Croce, che dai primi decenni del secolo scorso ha avuto come data dei festeggiamenti il weekend della IV Domenica di Maggio.
Molti gli studi fatti sulla Croce, certamente tra i più significativi quello del prof. Francesco Lo verde nel 1984 che per stabilire l’età della Croce si è rivolto ad un famoso laboratorio, quello dell’Istituto Internazionale per le Ricerche Geotermiche di Pisa, il più rinominato d’Italia, fra i migliori in Europa, che opera per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Qui un campione di legno, da lui prelevato dallo stipide della Croce, è stato sottoposto all’esame del carbonio 14 (C14) che è in grado di stabilire con bona approssimazione, l’epoca in cui l’albero è stato abbattuto.
L’esame ha condotto allo strabiliante risultato che la quercia, del cui legno è fatta la Croce, è recisa nell’anno 12 d.C. con una incertezza massima di appena 70 anni.
Su quando e da chi è stata costruita la Croce si possono formulare soltanto delle ipotesi. Si crede siano stati, come da leggenda, contadini e pastori adoperando il legno di alberi appena abbattuti, oppure qualche tronco già abbattuto ma con poche probabilità di essere secco di secoli ma al massimo di qualche anno, per cui, data l’età comprovata di quel legno, l’epoca di costruzione della Croce ricade ampiamente nel primo secolo dell’era cristiana.
La Croce entra in pieno diritto nella storia e, cessando di essere una qualsiasi delle tante venerate sugli altari di tutto il mondo, diventa la più antica Croce che esista (non si conoscono infatti reperti paleocristiani di età comprovata maggiore di quella della nostra Croce).”
La Croce è di legno di quercia tre tronchi grossolanamente ridotti a sezione quadrata uniti da tre chiodi di ferro ribattuti. Alta 3,49 e larga 2,25 metri è di aspetto rustico, con numerosi forellini dovuti ai tarli, specialmente nella traversa. Nel tronco verticale, all’altezza del chiodo centrale che lo lega a quello orizzontale, è segnato da spacchi longitudinali che hanno danneggiato le iscrizioni incise sul tronco, incisioni che hanno colpito di interesse vari studiosi del presente e del passato, interpretate da loro nel tentativo di svelare i tanti misteri che vivono nella Croce. Alla sommità della Croce c’è un incavo di forma rettangolare profondo 3,5 centimetri, largo 3,5 centimetri e alto 11 centimetri, di cui non si conoscono né la funzione, né l’età. Si crede che risalga a tempi relativamente recenti. Forse fu fatto per prelevare una reliquia dal legno, forse per costruirvi una piccola teca che contenga qualche reliquia.
Il dr. Fulvio Galione, presidente dell’Associazione Folklorica Culturale Tataratà di Casteltermini, è stato il promotore nel febbraio del 1998 del restauro della Croce contattando il funzionario responsabile la Sovrintendente ai Beni Culturali Pietre Dure di Firenze Dott.ssa Cecilia Frosinini. Dopo avere concluso l’iter sul restauro, per motivi burocratici (doveva essere un ente pubblico e non un privato), la pratica è proseguita con l’intervento dell’Amministrazione Comunale con il Sindaco Stefano Licata. Grazie alla concessione di una quota dell’otto per mille dell’Irpef, sono stati assegnati nel 1999 £ 20.700.000. Il restauro a quindi avuto inizio e si è concluso nel 2001 ad opera della restauratrice Costanza Weiss.